Intervista all’Ing. Giuseppe Padellaro 2/3
Siamo alla seconda intervista raccolta questa estate dall’Ing. Giuseppe Padellaro, il nostro socio che ci ha recentemente lasciati. Parliamo del suo rapporto con il Prof. Arch. Adolfo Natalini, per ricordarlo ad un anno dalla sua scomparsa.
Quando hai conosciuto l’Arch. Adolfo Natalini?
La prima volta che ho lavorato con il Prof. Natalini è stato in occasione della realizzazione dell’intervento del Polo delle Scienze Sociali di Novoli.
Avevo ricevuto dall’Università degli Studi di Firenze l’incarico per il collaudo tecnico amministrativo in corso d’opera. Si trattava della costruzione di una serie di edifici per l’Università nati da un progetto urbanistico di Lèon Krier concepito nel 1993 su incarico del Comune di Firenze. L’area industriale dismessa ex Fiat a Novoli era stata interamente riqualificata secondo il Piano guida dell’Architetto lussemburghese, successivamente recepita dal piano di recupero degli architetti Gabetti ed Isola. L’Arch. Natalini era stato incaricato dall’Università degli Studi di Firenze di sviluppare il progetto del Polo delle Scienze Sociali con la realizzazione delle Facoltà di Economia e Commercio, Giurisprudenza, Scienze Politiche e della Biblioteca di interfacoltà. Sette edifici sviluppati lungo un asse nord-sud che recuperassero una periferia, trattandola come un centro storico.
Immagini gentilmente concesse dallo Studio Natalini Associati (Ph. Pietro Savorelli)
In che cosa consisteva il tuo incarico?
In effetti più che di un incarico di collaudo si è trattato proprio di un accertamento e controllo in corso d’opera per conto dell’Università degli Studi di Firenze, dato che l’appalto era un project financing affidato a Fiat Engineering S.p.A. che aveva anche la Direzione Lavori.
Locale per locale verificammo tutti i metri quadrati, la rispondenza dei materiali al progetto, tutti gli interruttori, le prese, ogni cosa; fu un controllo davvero minuzioso.
L’Arch. Natalini seguiva la supervisione artistica. Insieme facevamo delle visite periodiche al cantiere, durante le quali mi spiegava il suo progetto. Aveva cercato di riproporre una “parte di città dignitosa ma non monotona”. I palazzi erano sette “palazzi di città”, con portici a doppia altezza, secondo una filosofia di campus integrativo. Parlavamo poi di architettura, di ingegneria, di arte, di Firenze. Il Professore era un uomo di grandissima cultura ed un interlocutore simpaticissimo. Aspettavo sempre con piacere il giorno di queste “passeggiate”. È stato proprio durante la realizzazione del Polo che si è consolidato il nostro rapporto professionale.
Successivamente l’ho incontrato molte volte, anche se non abbiamo avuto più modo di lavorare insieme fino ai lavori per il Museo dell’Opera del Duomo di Firenze.
Puoi dirci qualcosa dei lavori di ampliamento del Museo dell’Opera del duomo di Firenze?
Sì! È stato uno degli ultimi incarichi importanti che ho seguito. Insieme alle mie figlie con lo Studio Padellaro Associati mi sono occupato del controllo dei lavori di ampliamento del Museo, una sorta di supporto al Responsabile Unico del Procedimento (RUP).
Il progetto architettonico di restauro e di allestimento museografico è stato realizzato da Natalini Architetti insieme a Guicciardini & Magni Architetti. Il Prof. Natalini era anche il Direttore dei Lavori generale.
Mi pregio di dire che il Museo dell’Opera del Duomo è stato costruito nei tempi giusti, senza un euro di più rispetto ai preventivi di spesa. Noi eravamo in quattro (due geometri, il geom. Chellini ed il geom. Giari, io e l’Arch. Giovanna Padellaro) e la nostra opera cominciava la mattina alle 6 e proseguiva fino alla sera alle 20. Uno di noi era sempre presente.
Ogni martedì facevamo una riunione per organizzare i lavori della settimana con tutti i progettisti, i direttori dei lavori, i collaudatori le ditte coinvolte, il RUP, i suoi assistenti e spesso il Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Opera. Alla riunione seguiva sempre una visita in cantiere per verificare l’andamento dei lavori. Si era creato un grande affiatamento tra i Professionisti, tutti di alto livello!
Il Professore non è mai mancato ad una riunione. Era un uomo sempre presente in cantiere.
Con lui mi sono trovato sempre molto bene. Era veramente un piacere starlo a sentire. Credo tra l’altro che fosse molto contento di seguire un lavoro così prestigioso proprio nel cuore del centro storico di Firenze, città che lui amava in modo particolare e di cui conosceva ogni pietra.
Il cantiere è durato tre anni. Abbiamo assistito a tutto l’andamento dei lavori, dagli scavi archeologici agli apparati multimediali, fino al restauro delle opere d’arte.
È stato un bellissimo lavoro!
La foto di copertina è stata gentilmente concessa dallo Studio Guicciardini & Magni Architetti.
Alcune immagini del Museo dell’Opera del Duomo sono tratte dal sito www.unsplash.com (Ph. Matteo Vistocco – Ph. Matin Hosseinzadeh).
Arch. Giovanna Padellaro e Arch. Nicoletta Sadun
Nicoletta Sadun
Sara Basile
Giovanna Padellaro
Marco Biagiotti