Iniziati i lavori alla Scuola Papini di Rignano sull’Arno (FI)
La parola ai progettisti
Si è aperto ormai da due mesi il cantiere per le opere di adeguamento sismico della Scuola Secondaria di primo grado G. Papini, in Via della Pieve 66 a Rignano sull’Arno (FI), in una zona dove trovano spazio anche altre strutture scolastiche, vicinissima al centro. HYPER STP negli ultimi dieci anni è stata impegnata nella gestione di questo incarico pubblico che ha consentito, attraverso un delicato iter progettuale e amministrativo, di arrivare all’importante passo per la vita della scuola del Capoluogo, per dare un’“offerta didattica in sicurezza” che “è un diritto fondamentale da assicurare agli studenti”, come ha espresso il sindaco Daniele Lorenzini alla firma del contratto di inizio lavori. L’ing. Stefano Capretti in particolare ha curato dapprima i progetti preliminare (2010-12) e definitivo (2015) e quindi HYPER ha curato il progetto esecutivo (2018-19) delle opere di adeguamento sismico e degli impianti (ing. Stefano Capretti insieme all’ing. Simone Senesi e all’ing. Franco Cecconi) e adesso è impegnata nella Direzioni Lavori strutturali e impiantistici e nel Coordinamento della Sicurezza.
Sui nostri social seguiranno ulteriori progress sull’avanzamento del cantiere; adesso diamo la parola ai progettisti.
Che cosa ha voluto dire per te curare il progetto per tanti anni per poter arrivare finalmente ai lavori di adeguamento?
Ing. Stefano Capretti (Progettista e D.L. strutturale): Ha voluto dire sicuramente dedicare molto tempo ad un lavoro che via via mi è sembrato sempre più appassionante: è stata la possibilità di intervenire su un edificio degli anni ‘70 per recuperarlo e portarlo ad una piena adeguatezza sismica rispetto alle leggi attuali. All’inizio sembrava un’operazione abbastanza complessa e difficile da portare in fondo perché la concezione strutturale di allora era completamente diversa da quella che oggi è ritenuta necessaria per una progettazione antisismica, a cominciare dalle fondazioni che non erano collegate fra loro, per proseguire fino ai giunti sismici fra i vari blocchi che lì erano praticamente inesistenti.
Ing. Franco Cecconi (Progettista e D.L. degli impianti): Uno dei problemi del nostro lavoro è che spesso in una commessa da quando inizia la progettazione a quando vengono ultimati i lavori passano molti anni e non sempre si ha la soddisfazione di vedere realizzata l’opera per la quale si è lavorato. Occorrono determinazione, capacità di mediare per raggiungere l’obiettivo, pazienza e non lasciarsi scoraggiare dalle esperienze negative. In questo caso abbiamo la soddisfazione di vedere realizzati i lavori!
Questo progetto è innovativo sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista di gestione. Ce ne puoi parlare?
Ing. Stefano Capretti: Questo progetto è effettivamente innovativo nella sua concezione tanto è vero che abbiamo anche cambiato il nostro approccio progettuale fra il progetto definitivo e quello esecutivo. Di fatto si tratta di realizzare un “cappotto sismico”, cioè un tipo di struttura che ha anche le caratteristiche di cappotto termico, ottenendo il doppio risultato di adeguare l’edificio dal punto di vista antisismico e conformare l’involucro, dal punto di vista termico, alle esigenze di risparmio energetico. Ha tra l’altro il vantaggio che si opera principalmente dall’esterno e questo riduce di tanto i costi e i tempi delle demolizioni e delle lavorazioni. Inoltre permette di lavorare anche con una certa libertà di movimento, cosa che in questo periodo torna particolarmente utile data la necessità dei distanziamenti fra i lavoratori per il Covid.
Quali sono gli interventi che verranno svolti per adeguare sismicamente la scuola?
Ing. Stefano Capretti: Collegare le fondazioni con travi rovesce o con cordoli, piuttosto che avere dei plinti isolati come era nella scuola originaria; creare un giunto sismico nel contatto fra due blocchi che non era presente; fare in modo che tutta superficie laterale del volume che rappresenta la scuola sia occupata da setti di cemento armato ovviamente con le loro aperture, porte e finestre, circondati all’interno e all’esterno da strati di materiali isolanti che hanno fatto da cassero e che rimane in opera perché ha funzioni termiche. Oltre a questo, interveniamo sulla copertura alleggerendola e coibentandola, perché anche il tetto non era affatto coibentato. Questo è un intervento di completamento dell’involucro, necessario all’aspetto termico.
Che cosa si intende per cappotto sismico? Perché è stato scelto?
Ing. Stefano Capretti: Per cappotto sismico si intende una soluzione che ottiene il doppio adeguamento normativo, quello sismico e quello termico relativo alle prescrizioni sul risparmio energetico. Questo è possibile perché si lavora essenzialmente sulla pelle esterna dell’edificio e alla fine, nel nostro caso, si avrà un edificio adeguato simicamente e in classe A dal punto di vista termico.
Ed è questa la tecnologia che è stata pensata insieme alla ditta?
Ing. Stefano Capretti: per la precisione questa soluzione ci è stata presentata e prospettata dal committente e dopo un’analisi abbiamo valutato che poteva essere una soluzione efficace da un punto di vista strutturale ma anche funzionale alla riduzione degli interventi interni al fabbricato. Questa soluzione, divenuta prospettiva concreta, ha permesso di valutare anche i benefici termici ed economici. In gara la Ditta che ha vinto era libera di scegliere quel sistema costruttivo o altri equivalenti. Ed effettivamente la ditta vincitrice (Impresa Montefalchi s.r.l. con sede a Figline-Incisa Val d’Arno) ne ha proposto uno equivalente a quello che avevamo definito nel progetto.
Il fatto che un anno fa fosse un sistema innovativo e già dopo 8/10 mesi il mercato avesse delle alternative è un segno della vitalità e della vivacità del mercato, che ha avuto una certa prontezza a rispondere alle richieste normative in maniera innovativa.
Quali sono gli interventi che verranno effettuati agli impianti? Cosa viene modificato o aggiunto?
Ing. Franco Cecconi: La scuola necessitava del rifacimento degli impianti. I lavori strutturali comportano anche alcuni interventi impiantistici. La mancanza di adeguati fondi e le esigenze dovute ai lavori strutturali trovano la loro mediazione nel rifacimento di alcuni bagni e dei loro impianti, nel rifacimento dell’impianto elettrico del piano seminterrato, e in alcuni interventi sugli impianti a “spot”. L’amministrazione Comunale ha comunque l’intenzione di provvedere a breve al completamento del rinnovamento degli impianti.
A proposito di tempi, cosa è stato previsto e come sta procedendo il cantiere?
Ing. Stefano Capretti: Questo intervento è stato programmato con una tempistica tassativamente limitata al periodo della chiusura estiva della scuola: è cominciato alla fine di maggio con l’allestimento del cantiere, ed è previsto che per la metà di settembre sia sostanzialmente finito con gli interventi principali, cioè quelli interni e quelli che provocano rumore, e quindi non sono compatibili con l’attività scolastica. La tecnologia del “cappotto sismico” sicuramente permette dei tempi di realizzazione piuttosto rapidi. Si è programmato di lavorare da subito soprattutto sul volume della scuola per la riapertura a settembre, decidendo che la palestra potrebbe anche rimanere chiusa per un po’ all’inizio dell’anno scolastico. Ritengo che siamo sostanzialmente nei tempi, almeno per quel che si può prevedere adesso. Il cantiere non prevede nessuna sosta nel mese di agosto. Nel periodo più intenso è previsto che fino a quattro squadre di operai lavorino parallelamente, tre sui diversi tratti del perimetro esterno e una all’interno. Si è programmato di lavorare da subito soprattutto sul volume della scuola per la riapertura a settembre, decidendo che la palestra potrebbe anche rimanere chiusa per un po’ all’inizio dell’anno scolastico. Ritengo che siamo sostanzialmente nei tempi, almeno per quel che si può prevedere adesso. Il cantiere non prevede nessuna sosta nel mese di agosto. Nel periodo più intenso è previsto che fino a quattro squadre di operai lavorino parallelamente, tre sui diversi tratti del perimetro esterno e una all’interno.
Come ha influito la pandemia sui tempi del cantiere?
Ing. Stefano Capretti: Formalmente all’inizio di maggio avremmo potuto cominciare, ma di fatto le regole imposte dalla prevenzione Covid hanno fatto sì che il primo mese sia stato dedicato ad organizzare il cantiere in sicurezza: raddoppiando i bagni e le baracche di cantiere e riorganizzando lo spazio mensa. In quel periodo c’è stata per tutti i lavori edili una corsa a noleggiare le strutture di cantiere perché raddoppiavano per tutti. C’è stato un momento in cui i bagni chimici non si trovavano più, per esempio. Tutto sommato non abbiamo avuto ritardi consistenti dovuti al Covid.
Che cosa ha significato ripensare alla Sicurezza in un cantiere in questa fase così delicata per il paese e per il mondo? Che cambiamenti è stato necessario apportare?
Ing. Simone Senesi (Coordinatore per la Sicurezza): La ripresa dei lavori edili nei cantiere ha dovuto fare i conti con l’emergenza che stava colpendo tutto il paese, in un contesto legislativo e tecnico che mutava velocemente di giorno in giorno. Sicuramente riprendere il lavoro è già stata una sfida per tutti dopo momenti di sconforto e di riposo forzato. Il cantiere non era avviato precedentemente e sicuramente questo ha agevolato la riorganizzazione progettuale dello stesso. Le imprese sono entrate in cantiere già consapevoli delle problematiche dovute al Covid-19. Il lavoro sta procedendo e il cantiere si sta sviluppando in funzione delle attività che sono previste settimanalmente al fine di avere un controllo periodico delle attività in essere e nel breve periodo.
Arch. Nicoletta Sadun
Nicoletta Sadun
Sara Basile
Giovanna Padellaro
Marco Biagiotti